Cafè racer autentica, questa "Bonnie” porta con sé le tracce del motociclismo britannico degli Anni 60 e 70. Un tributo al passato e un omaggio alla più nota tra le modern classic
Un progetto di customizzazione fortemente ispirato all'epopea d'oro del motociclismo britannico, non ci sono dubbi. Questa Bonneville parla il linguaggio dei Rockers e profuma di fish&chips, una rappresentazione concreta della scena Cafè Racer degli Anni 60 e 70, un tributo al passato ma anche un omaggio allo stile iconico di una delle prime modern classic… di sicuro, quella di maggior successo. Eh sì perché nel 2001 la factory di Hinckley rispolvera il 'concetto Bonneville' e lo traduce in chiave più attuale, realizzando un modello da hit parade (ancora oggi, la gamma Bonneville è il fiore all'occhiello della produzione Triumph), ma soprattutto accaparrandosi lo scettro di un segmento emergente, un movimento agli albori, quello appunto delle modern classic. E per dirla come Mauro Massironi, appassionatissimo proprietario di questa bicilindrica britannica, “La mia 790 cc non è poi così diversa dalla T120 del '68”.
Stiamo parlando dell'iconica 750 cc, l'originale e ambitissima roadster inglese che ha fortemente ispirato lo sviluppo di questa classica contemporanea. Il retaggio è evidente: cerchi a raggi (da 19'' quello anteriore), scarichi a "bottiglia", faro tondo e sella lineare; per non parlare dei dettagli, delle finiture e dei fregi che richiamano il passato e mettono il carico alla voce 'stile'. E poi ancora, quel bicilindrico frontemarcia così caratteristico e "figo", bello da guardare, in un’epoca in cui i motori venivano per lo più nascosti dalle carenature. Insomma, nel 2001 Triumph ha rimescolato le carte e creato nuove tendenze, e per farlo ha guardato al passato, attingendo all'heritage degli Anni 60 e 70. Ed è proprio da quel periodo che questa special prende spunto, come un omaggio alle origini di quel blasone che vediamo impresso ancora oggi sui fianchetti delle twin britanniche.
Un'epoca memorabile, tra note rockeggianti e sfide clandestine, motori preparati, locali iconici, pelle nera e metallo a profusione. Il tempo della meccanica pura e semplice, e le suggestioni uggiose della cara vecchia Inghilterra, hanno ispirato Mauro Massironi. Perché questo progetto è stato realizzato con l'idea di utilizzare solamente parti e accessori potenzialmente disponibili in quel periodo, quando le roadster venivano preparate, modificate e trasformate nel capanno dietro casa; quando le cafè racer spopolavano sulla North Circular Road. Nessuna concessione moderna, su questa special la tecnologia di oggi non è nemmeno contemplata: non ci sono luci a led né tantomeno display digitali. Questa "Bonny" è fedele a se stessa e alle tendenze Cafè del secolo scorso.
Ad esempio, i carburatori originali (Keihin CVK da 36 mm) restano al loro posto, ma guadagnano nuovi spilli e una regolazione più spinta e aggressiva; il telaio è quello originale, a doppia culla, e lo stesso vale per l'avantreno, la forcella a steli tradizionali e la coppia di classici ammortizzatori posteriori. Al contrario, il look della 790 cc è stato totalmente rivisto attraverso una chiave di lettura che trae spunto dallo stile sixties d'Oltremanica, a cominciare dal cupolino stondato che avvolge una coppia di semimanubri piuttosto spioventi, nascondendo la strumentazione analogica: le due "sveglie", rispettivamente tachimetro/contachilometri e contagiri, sono quelle adottate di serie sulla T100, ossia la versione più esclusiva della Bonneville. “Tra le spie manca quella della riserva – precisa Massironi – ma volete mettere il fascino di ruotare il rubinetto della benzina e sperare di trovare un distributore nel raggio di 10 km?”. Una sensazione che fa molto old school, non c'è che dire.
La ricerca di carburante potrebbe essere più frequente di quanto ci si aspetti, considerando che l'autonomia di questa Triumph special non è esattamente quella di una Tourer: il nuovo serbatoio infatti può contenere all'incirca 11 litri ma è bellissimo, realizzato artigianalmente in vetroresina, è caratterizzato da una sagoma stretta e allungata. “Il serbatoio è ispirato a quello delle Norton Dunstall Dominator”, specifica Massironi facendo riferimento alle versioni speciali su base Norton realizzate dallo specialista Paul Dunstall dal '64 agli inizi degli Anni 70. Anche il codino strizza l'occhio a quel periodo, completato da una sella artigianale e rigorosamente monoposto. Vale lo stesso per la verniciatura: le tonalità sono nostalgiche, e al classico Verde Inglese si abbinano le sfumature crema e oro, una combinazione che conferisce a questa Triumph un look retro-racing da vera cafè racer.
IDENTIKIT
Profilo
marca e modello: Triumph Bonneville 790
proprietario: Mauro Massironi
preparatore: Il Meccanicamente, Cormano (MI), tel. 331.8204802, www.ilmeccanicamente.business.site / Monza Evoluzione, Monza, tel. 039.5962397, www.monzaevoluzione.com
Motore e trasmissione
marca: Triumph
cilindrata: 790 cm3
cilindri: 2 in linea, frontemarcia
alimentazione: carburatori Keihin da 36 mm, spilli e regolazione modificati
trasmissione finale: a catena
Ciclistica
telaio: stock
forcella: stock a steli tradizionali
sospensioni: stock
cerchio ant.: a raggi da 19''
cerchio post.: a raggi da 17''
freni: a disco
Parti speciali
Manubrio: semimanubri
sella: artigianale monoposto
portatarga e parafanghi: artigianali
serbatoio: artigianale in vetroresina
frecce: aftermarket, le posteriori collocate nel telaietto
Manopole, cupolino, codino, luce post.: aftermarket
Finiture
colore: Verde Inglese, crema e oro
Testo: Alessandro Gueli - Foto: Mattia Negrini