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Linee avveniristiche da show bike, un gommone posteriore da dragster ed una scelta propulsiva che la proietta nell’universo delle power cruiser: la Benda LFC 700 è senza dubbio una delle moto più particolari che si siano viste negli ultimi anni

Di Micke Persello

Ve le ricordate, le “bruciasemafori” nipponiche degli anni 80 e 90? Lunghe, basse, con tanti muscoli in vista e i loro motori a quattro cilindri, di origine più o meno sportiva ma sempre generosi in termini di cilindrata e potenza: era il momento d’oro del settore custom, e in Giappone avevano pensato bene di esagerare, incastonando in telai da cruiser propulsori plurifrazionati pronti a martoriare la ruota posteriore con badilate di cavalli e coppia. Tutte e quattro le “big four” avevano in gamma una o più muscle-bike ascrivibili a questa categoria, autentici dragster stradali che facevano dell’eccesso una vera e propria fede, superando il tradizionale dogma del V-Twin raffreddato ad aria.

Erano gli anni del boom delle moto giapponesi, e tanta acqua è passata sotto i ponti da allora. Salvo qualche eccezione le “power cruiser” così concepite sono praticamente scomparse dai listini, e oggi a scaricare la loro potenza di fuoco sul mercato a due ruote sono soprattutto i costruttori cinesi. Ma è proprio da quest’inesorabile avanzata da Oriente che il segmento delle “bruciasemafori” potrebbe trarre nuova linfa vitale, come dimostra l’arrivo sul mercato europeo della nuova Benda LFC 700.

Il brand con gli occhi a mandorla specialista dell’universo custom, che nel nostro paese opera sotto l’egida del gruppo Keeway, ha finalmente lanciato la sua futuristica power cruiser, una moto che aveva fatto molto parlare di sé già quando era solo un prototipo. In primis per il suo design quasi “robotico”, in secondo luogo per il “cuore” che batte (o urla…) nel particolarissimo telaio perimetrale in lega di alluminio. Un quattro-in-linea da 676 cc, capace di erogare 79 CV di potenza e 60 Nm di coppia massima, trasferiti al retrotreno da una finale a catena e una frizione antisaltellamento.  È qui, spostandoci verso retro, che si ritrovano altri elementi distintivi della LFC, come lo scarico laterale a quattro uscite “a parallelogramma” allineate, la sinuosa coda corta e soprattutto il gommone posteriore, un incredibile (tenetevi forte!) 310/35 montato su un cerchio da 18”.

I dettagli avveniristici non mancano nemmeno nella sezione frontale, dove spicca una particolarissima mascherina anteriore con design “a turbina”, che integra le luci a LED e presa d’aria dinamica frontale. Nonostante sia parecchio difficile trovare sul mercato una moto più simile ad una dream bike da salone (è rimasta, d’altro canto, molto simile al concept originario) la LFC 700 non è solo apparenza: basta dare un’occhiata alla componentistica scelta, che include freni Brembo con pinze radiali e una forcella a steli a steli rovesciati KYB, regolabile come il mono posteriore. Il tutto ad un prezzo di 11.990 euro franco concessionario. Ma come si comporta, su strada, questa strana creatura?

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