Il marchio ceco Jawa sarà tra i protagonisti dell’evento capitolino con l’intera gamma moto e le prime novità 2025. L’appuntamento è per il weekend del 7-9 marzo presso la Fiera di Roma
JAWA Moto ha annunciato la sua partecipazione alla 13ª edizione di Motodays (7-9 marzo). La Casa ceca, uno dei più antichi marchi motociclistici ancora in attività, sarà protagonista della kermesse capitolina con la sua gamma 2025, che proietta nel futuro l’eredità quasi centenaria del marchio fondato quasi un secolo fa dall’ingegner František Janeček.
L'attuale line-up di motociclette si compone di modelli monocilindrici con cilindrate comprese tra i 300 e i 400 cc, che pur strizzando l’occhio agli appassionati dello stile rétro propongono contenuti moderni e all’avanguardia: la 350 CL Bobber, una piccola custom dal sapore “special”, le nostalgiche 300 CL e 300 CL Forty Two, la spettacolare 350 CL Pérák - ispirata nel look alle JAWA prodotte tra gli anni Trenta e Cinquanta del secolo scorso - e la modern classic 350 OHC, disponibile anche nella versione Sport.
Roma Motodays sarà anche l’occasione per presentare in anteprima la nuova JAWA 400 Geeny, nuda dal carattere sportivo che si mostra per la prima volta al pubblico italiano mettendo sul piatto un brillante motore bicilindrico da 43 CV e un telaio tubolare con piastre inferiori, lasciato bene in vista per esaltare i muscoli di questa naked. Tutti i modelli JAWA, 400 Geeny compresa, sono guidabili con patente A2.
JAWA: LA STORIA – L’azienda nasce nel 1929 a Týnec nad Sázavou, nei dintorni di Praga, in quella che allora è la Cecoslovacchia. Il nome JAWA deriva dalla sincrasi del cognome del fondatore, František Janeček, con le iniziali della Wanderer, casa tedesca da cui l’ingegnere aveva ottenuto alcune licenze costruttive. Fin dagli esordi con la primissima 500 OHV “Rumpál” il brand si specializza nel settore moto, dedicandosi – a cavallo tra gli anni Trenta e Cinquanta – anche alle automobili. Con la scoppio della Seconda guerra mondiale la produzione viene piegata alle esigenze belliche, ma lo sviluppo di nuovi modelli procede in gran segreto anche sotto il giogo dell’occupazione nazista. All’indomani del conflitto la Casa cecoslovacca conta già su un invidiabile palmarès sportivo e numerosi brevetti rivoluzionari, soprattutto nel campo delle sospensioni e delle trasmissioni: Jawa è ad esempio la prima Casa costruttrice a proporre una frizione automatica su una motocicletta.
Nazionalizzata dal nuovo governo socialista nel 1948, Jawa diventa una delle bandiere tecnologiche del regime: è anche merito di questa spiccata vivacità tecnica che, negli anni della Guerra Fredda, Jawa consolida la sua reputazione persino oltre i rigidi confini del Blocco Orientale, guadagnandosi tanti estimatori anche da questa parte della “Cortina di Ferro”. Ai successi commerciali corrispondono quelli nel Motorsport. Tra gli anni Sessanta e Ottanta Jawa è protagonista nell’Offorad, con vittorie a ripetizione nel Mondiale Motocross e alla Sei Giorni Internazionale di Enduro. Regina assoluta nello Speedway, si fa notare anche nella Velocità: nel 1961 sfiora il titolo della 350 iridata piazzando a podio entrambi i suoi piloti, František Šťastný e Gustav Havel, che per tutti gli anni Sessanta battagliano nelle posizioni di vertice della “tremmezzo” con leggende del calibro di Agostini, Hailwood, Pasolini, Read e Surtees.
Noti per le loro eccellenti doti di affidabilità e robustezza, i modelli Jawa vengono esportati in tutto il mondo: nel 1987 la fabbrica taglia il traguardo dei tre milioni di esemplari prodotti. Alla dissoluzione della Cecoslovacchia fa seguito un periodo complesso, in cui l’azienda si trova ad affrontare con successo, sotto i vessilli della neonata Repubblica Ceca, la non facile transizione all’economia di mercato, involandosi verso il Terzo Millennio. Risalgono agli anni Duemila le collaborazioni con eccellenti motoristi come Rotax e Minarelli.